Semplificando all'estremo è così, gli edifici in italia, nel loro complesso, emettono una quantità di CO2 di circa 6 volte superiore rispetto ai trasporti, è il dato che emerge da diversi studi condotti in città ed anni differenti. Il titolo è provocatorio ma la realtà, statisticamente parlando, è questa. Infatti, per i trasporti, ed in particolare per i veicoli a motore, le norme euro (12345..6) hanno posto un limite alle emissioni ed hanno avuto, globalmente, un discreto successo, dato che la sostituzione dell'auto avviene più velocemente rispetto a quella degli edifici. Un edificio medio, soprattutto durante la stagione di riscaldamento, emette grandissime quantità di CO2 e altri gas serra in atmosfera, questo è dovuto solo in parte alla vecchiaia del sistema di riscaldamento (caldaia o altro generatore di calore che sia), principalmente è imputabile alla mancanza di isolamento dell'edificio. I grandi passi fatti dall'Europa nel settore dei trasporti per limitare le emissioni con le varie normative EURO, ha portato ad avere molti più veicoli "aggiornati" rispetto al numero di edfici energeticamente efficienti .. Un altro elemento che mi spinge ad approfondire l'argomento è la tendenza dell'informazione a trasmettere principalmente due messagi: 1) elettrifichiamo i trasporti, torniamo a respirare e i nostri problemi sono finiti 2) togliamo la plastica e si risolve tutto. Lungi da me non pensare che siano due cose sacrosante, anche se sul primo punto rimango molto perplesso, dato che il modo in cui produciamo energia elettrica ancora non è slegato dal bruciare combustibili fossili, ma, in generale, mi sembrano messaggi un po' semplicistici, quanto meno riduttivi di un problema che va affrontato sotto mille aspetti. In occasione della mobilitazione internazionale per il clima change, leggendo qua e là cercavo di farmi una opinione, ho notato con una certa sorpresa una mancanza di informazione abbastanza generalizzata, anche perché dei due settori che più inquinano e affaticano il mondo fondamentalmente non si parla quasi mai, sono l'Edilizia (inteso come mondo delle costruzione in tutti i suoi aspetti) e la Produzione Industriale in senso allargato. Qualcosa non torna, infatti, appoggiati da diversi studi, possiamo tracciare un quadro generale: nelle nostre città italiane il 64% delle emissioni di CO2 è imputabile agli impianti di riscaldamento degli edifici, il 10,50% è in capo al settore dei trasporti mentre il restante 25,50% è del settore industriale. Ora veniamo a noi, con la politica degli incentivi l'Europa ha cercato di velocizzare il processo di ammodernamento degli edifici, però il grosso degli incentivi è stato erogato per la sostituzione di caldaie a condensazione e l'installazione di infissi più performanti. Tutte cose che avranno fatto la differenza, si potrebbe pensare.. ma non è così, il problema è semplice: dati alla mano nel bilancio energetico di un edificio (cioè la differenza tra energia immessa tramite l'impianto e l'energia dispersa attraverso le pareti il pavimento, il tetto, ponti termici ed infissi) la sola sostituzione di caldaia e infissi riduce del 16-18% l'emissione di CO2 in atmosfera, ed anche nelle tasche del proprietario di casa il risparmio sui consumi è poco meno del 20%,, con un rientro dell'investimento in circa 10/12 anni.
Riducendo ai minimi termini: il miglior sistema di riscaldamento di ultimia generazione installato in un edificio senza cappotto (o qualsiasi altro sistema di isolamento) con dispersioni verso l'esterno molto elevate non produrrà mai un significativo abbassamento delle emissioni e neanche un risparmio economico importante. Quindi la strada intrapresa forse non è la più efficace per la riduzione delle emissioni e l'abbattimento dei gas serra, le leggi ci sono, sono serie ed applicabili, ma quello su cui bisogna puntare è la consapevolezza dei clienti, il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti e la nostra generazione deve necessariamente affrontarlo, gli edifici svolgeranno una parte importante in questa sfida, perché il settore delle costruzioni è quello che più impatta sul pianeta. Non possiamo più progettare e realizzare le costruzioni come lo abbiamo fatto fino a qualche anno fa, come l'industria dei trasporti sta facendo passi in avanti giganti così lo sta facendo il mondo delle costruzioni, che però si deve scontrare con lo scetticismo di clienti ed addetti al lavoro, dobbiamo concepire i nostri edifici perché siano in grado di avere l'impronta ambientale più piccola possibile, dalla costruzione passando per l'utilizzo e la demolizione.
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AutoreArch. Nicola Raggi Archivi
Maggio 2020
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